Ecco un piccolo diario del viaggiatore che si è recato a Londra dal 23 al 28 Luglio con la sua dolce metà. Un resoconto ma anche una guida, chissà, per chi per caso passasse da qui e avesse in mente di recarsi nella capitale britannica.
23 Luglio
Il viaggio inizia da Pisa, dall’Aeroporto Galileo Galilei, il più grande della Toscana, nonché uno dei più efficienti aeroporti italiani. Il volo era un Ryanair diretto all’aeroporto di Stansted. Per chi deve prendere un Ryanair, dopo aver fatto il Check in elettronico, che dovete fare prima di recarvi all’aeroporto, anche giorni prima, non vi dannate a cercare di arrivare in orario. Se partite dall’Italia infatti, il Gate resta aperto fino all’ultimo momento, e sovente capita di partire in ritardo. Ryanair è famosa per i suoi tempi dilatati, anche perché si vuol sempre controllare tutto, e se c’è anche solo una piccola sciocchezza che non va, prima di partire la risolvono sempre. Un ottimo compromesso per la sicurezza del viaggiatore. Partenza alle 10.20 e arrivo circa alle 11.30 (due ore di volo, considerando il fuso orario)…
L’Aeroporto di Stansted è situato a circa 50km da Londra. All’arrivo troverete delle comode macchinette (sotto il box Train To London) tramite le quali ritirare i vostri biglietti del treno che vi serviranno per arrivare nella capitale. Potete scegliere se farli direttamente sul posto, o se prenotarli via internet come abbiamo fatto noi. Se scegliete quest’ultima soluzione, vi basterà inserire la vostra carta di credito tramite la quale avete fatto il vostro acquisto. Dopo aver checkato la vostra carta, dovrete inserire il vostro codice per ritirare i biglietti. Una volta effettuata l’operazione, potete dirigervi due piani più in basso con le scale mobili verso la stazione di Stansted, e prendere il treno per Liverpool Street, una delle tante stazioni di Londra, in particolare quella che gestisce gli arrivi da Stansted.
Arrivati a Liverpool Street, abbiamo comprato subito un biglietto giornaliero della metropolitana dalle macchinette. Da lì poi abbiamo fatto subito rotta per il nostro Super Albergo, il Grande Royal London (Luxury Hotel spettacolare, 5 stelle, con una interessante offerta che ci ha fatto risparmiare parecchia pecunia). Colazione compresa (tanta la varietà di scelta, con colazione americana o europea) servizio ottimo, personale multilanguage incluso (anche italiani). La camera comodissima con tutti i comfort del caso. Lasciati armi e bagagli ci siamo diretti per la nostra prima giornata a Londra. La prima tappa, obbligata, è stata quella per ritirare la carta London Pass, che ci permetteva, tramite prenotazione, di avere tutti gli accessi alle attrazioni londinesi gratuitamente. Insieme alla carta Pass, abbiamo ritirato anche la Travel Card, con la quale poter viaggiare per Londra (vi conviene farla se volete andare nella capitale inglese) per una intera settimana gratis nelle zone 1-6 (praticamente tutto il centro e buona parte della periferia). Il costo per la Travel Card è di circa 22 Sterline. Vi conviene poiché il prezzo per viaggiare giornalmente si aggira intorno alle 6 sterline e il risparmio è decisamente alto se siete turisti.
Il primo giorno non abbiamo fatto una vera e propria visita della città ma ci siamo concessi un po’ di relax in qualche attrazione. Dopo un pranzetto squisito al Japan Centre, a Piccadilly Circus, ci siamo recati a fare un giro nel quartiere St. Jame’s. Da lì siamo arrivati fino a Buckingham Palace con le classiche foto di rito. Quindi, capatina a Baker Street a salutare la casa dell’investigatore più famoso del Mondo, partorito dalla mente di Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes. Dopo aver visitato lo Scherlock Holmes Museum (con annesso acquisto di una pipa..) ci siamo recati in un altro luogo-relax, Mme Tussaud’s, il museo delle cere. Qui tutte le statue di cera dei più famosi personaggi mondiali, da capi di stato a idoli della TV e della Musica, da figure religiose a idoli dello Sport. E anche un Tour in “macchina” all’interno del museo dove poter riscoprire attraverso la cera la storia inglese degli ultimi secoli. Se avete qualche pound da spendere consiglio di andarci assolutamente.
Dopo un’altra capatina in albergo, abbiamo fatto rotta per Hyde Park e Kensington dove abbiamo ammirato un adorabile laghetto dei cigni, per poi fare rotta al Dominion Theatre, e quartiere Soho, con cena a base di “schifezze” al Burger King. La cosa sorprendente di Londra è che tutti mangiano a tutte le ore. Non ci sono veri e propri orari, alla faccia del The delle 5. Credo che a parte pochi tradizionalisti, ma potrei sbagliarmi, gli orari siano un po’ sfasati da questo punto di vista. Cosa davvero sorprendente, il fatto che l’intera città sia pervasa da un odore “strano” di Fast Food. Come si mette il naso fuori, anche in strada dove non vi è traccia di ristoranti, l’odore di Fast Food permane. Bisogna tenere presente che a Londra ci sono ristoranti di tutti i tipi. Inglesi, cinesi, italiani, giapponesi, libanesi, indiani, vietnamiti, messicani, francesi eccetera eccetera..
Fondamentale in questo contesto la presenza dei numerosissimi parchi e del verde che sono incastonati all’interno di tutta la città. Principalmente Hyde Park e Kensington, St Jame’s Park, Green Park e Regent’s Park sono i polmoni della città, senza i quali probabilmente il livello di inquinamento sarebbe insostenibile (ricordo, per gli appassionati di storia e non, che Londra era la città col più alto livello di inquinamento nel XIX secolo).
24 Luglio
Senza dubbio la giornata più “massacrante” ma anche una delle più appaganti.
Dopo la sveglia delle 7 del mattino (avete capito bene), scendiamo per fare colazione. Ogni piano ha la sua sala da pranzo, questo è sicuramente un altro pregio dell’albergo. Dopo aver fatto i programmi del giorno, ci armiamo della nostra Travel Card e affrontiamo una normale mattina in metropolitana. Due interessanti giornali è possibile leggere sulla Metro, entrambi gratuiti (sicuramente ce ne saranno altri e mi saranno sfuggiti). Il primo, METRO, è un giornale molto interessante e libero, completamente free. Alcuni articoli sono sicuramente molto più interessanti e imparziali di certa stampa da Tabloid inglese che non sopporto..
Altro giornale che è possibile trovare, stampato nel pomeriggio, è il London Evening Standard, molto letto, anch’esso free, e che si può trovare un po’ ovunque. Articoli, inchieste, analisi, guide etc. Non a caso è diventato il “Newspaper of the Year”.
Dopo questa digressione, torniamo alle “fatiche” della giornata. Dopo esserci fermati a “Monument”, ci rechiamo verso la Tower Of London a piedi, dove, al suo interno, ovviamente gratuitamente grazie alla nostra London Pass, è possibile trovare molti piccoli musei e torri itineranti. Stanze della tortura, storia della Tower Of London, ma anche un’interessantissima mostra delle armature dei Re e delle dinastie Reali, dove tra le altre cose è possibile vedere una sorprendente armatura di Enrico VIII, con protezioni inguinali molto generose…
Sempre nella Tower Of London, lo splendido museo dei Gioielli della Corona, con le corone, gli scettri e veramente una quantità di oro e gioielli da far girare la testa, tramandati nei secoli dalle varie dinastie Reali che si sono succedute nel tempo. Appena entrati infatti, è possibile notare tutti gli stemmi Reali delle varie Famiglie e Dinastie.
Esplorata la Tower Of London, ci rechiamo verso il Tower Bridge, lo splendido ponte mobile, tra i grandi simboli caratteristici della città, unico nel suo genere. Al suo interno, un’itinerante percorso d’esplorazione attraverso la storia e la realizzazione di questo affascinante ponte. Nella Walkway superiore, coperta, si può visitare un corridoio con le immagini di altri ponti unici e famosi, tra i quali il Ponte dei Sospiri di Venezia o il Ponte di Brooklyn.
Successivamente ci siamo concessi una pausa sorseggiando un bel caffè da Starbucks, dove abbiamo anche preso il pranzo take away.
Siamo andati a piedi fino al London Bridge per una breve traversata, ripromettendoci di passarci di sera. Quindi una capatina al London Eye, la ruota panoramica di Londra. Da lì abbiamo preso il battello sul Tamigi, dove abbiamo fatto andata e ritorno Londo Bridge-Tower Bridge-Big Ben. Una traversata di una mezz’oretta (ovviamente gratuita grazie alla London Pass) nel quale una simpatica guida inglese ci ha illustrato gli edifici sulle rive del Tamigi.
Dopo queste fatiche, la scelta infelice (dati i km già percorsi a piedi fino a quel momento) di attraversare tutto il Regent’s Park con annesso College, per giungere fino al London Zoo dove abbiamo potuto rilassarci un po’. Qui abbiamo potuto ammirare gli animali tenuti a dire la verità molto affettuosamente da parte dello Staff dello Zoo. La nuova “spiaggia dei pinguini” è davvero adorabile, nella quale è presente anche una piccola nursery dove il personale si prende cura dei nuovi nati nei loro primi mesi di vita. Avendo visitato anche lo Zoo di Amsterdam però, devo dire che quello olandese è molto più grande e con una maggiore varietà di animali. Anche se in Olanda alcune specie non sono trattate bene come ho visto a Londra, il che è un pregio per lo Zoo inglese.
Per concludere il pomeriggio, siamo tornati ad Hyde Park passando nuovamente per Kensington dove abbiamo potuto rendere omaggio alla statua di Peter Pan, il personaggio nato dalla penna di James Matthew Barry. Infine, ritorno in albergo per prepararsi in vista della serata.
Serata Cinese, con cena “tutto a volontà” a soli 6,99 pound, con ben 3 piattoni (ma avremmo potuto mangiarne anche 20) tra pollo fritto, carni scelte e involtini primavera. Un affare. Per mangiare però suggerisco di evitare accuratamente ristoranti et similia. Meglio rivolgersi a piccole catene come Tesco Express, dove i prezzi sono bassi e si può fare una spesa mirata. Oppure nei super mercatini o anche da Pret a Manger. Se invece non badate a spese come abbiamo fatto noi, recatevi pure in ristoranti molto caratteristici. Come ho detto la scelta è ampia.
Dopo aver fatto una rapida visita anche alla Chinatown, siamo passati a Convent Garden, un quartiere molto interessante pieno di mercatini, che abbiamo puntato per visitare in tutto il suo splendore il giorno dopo. Ultimo sussulto della serata, un gelatone da Haagen Dazs, divenuta ormai tappa obbligata nei miei ultimi viaggi all’estero.
25 Luglio
Ed eccoci a un altro giorno nella capitale britannica. Sveglia di buon’ora per arrivare all’apertura dello Shakespeare Globe Theatre. Una visita guidata (gratuita grazie alla London Pass) nella quale abbiamo potuto ammirare la perfetta riproduzione del teatro, esattamente com’era, fortemente voluta dal regista Sam Wanamaker. Il Teatro durante gli spettacoli si riempie di gente. La platea in piedi a cielo aperto davvero suggestiva, con la guida che ci ha spiegato che in caso di pioggia, anche gli attori e gli spettatori non sono esenti dalla furia del maltempo. E gli ombrelli sono vietati! All’entrata, impresse nella pietra, le firme di tutti i donatori che hanno contribuito a realizzare il teatro. Nello Shop è possibile anche acquistare, tra le altre cose, un teschio di scena…essere o non essere… il problema però è il prezzo, perché il faccione pallido è acquistabile alla modica cifra di 50 pounds!
La fortuna ha voluto che per tutti i 6 giorni non ci fosse pioggia. Una vera manna dal cielo! Dopo lo Shakespeare Teatre ci siamo recati al Tate Modern Museum. Qui devo spendere due parole sull’arte contemporeanea… Sebbene il museo del Centre Pompidou di Parigi mi fosse davvero piaciuto, anche per come è stato realizzato dal genio di Renzo Piano, e con grandi collezioni e un assortimento intelligente, devo dire che ho mal digerito il Tate. Forse per la mia allergia verso l’arte del ‘900, che non ho mai capito fino in fondo. Infatti non ho ancora compreso come sono riuscito a passare questo esame all’università due anni fa!!
Il bisogno di aria aperta era una necessità impellente, seppure con l’assuefante odore di fritto nell’aria; ecco che allora siamo andati al quartiere del Parlamento, con un lungo sguardo al Big Ben. Tappa naturalmente obbligata quella della Westminster Abbey, dove risuonano ancora gli echi del Royal Wedding tra William e Kate. L’audioguida e la visita (sempre gratis..) davvero approfondite per dare più di un’occhiata a questa abbazia dalla storia millenaria.
Usciti dalla cattedrale ci siamo recati subito a Downing Street, dove una enorme cancellata nera ha infranto i miei sogni di vedere da vicino la casa del primo ministro.
Da lì siamo andati a piedi fino a Piccadilly, dove abbiamo gustato un altro pranzo giapponese a base di Noodles e Sushi!
E come ci eravamo prefissati la sera prima, ci siamo recati al Mercato di Covent Garden, dove abbiamo visto degli affascinanti negozi del The e diversi mercatini caratteristici del luogo. Davvero un posto sorprendentemente bello. Occhio alle gelaterie. Per i più maligni c’è il Gelato al gusto Sex Bomb, con fiordilatte, assenzio e stimolanti…
Una delle più belle sorprese è stato il museo dei trasporti, il London Transport Museum. Un vero e proprio cammino nel rapporto tra il trasporto e l’espansione della Londra moderna, della cultura e della società londinese a partire dal 1800. Qui si può vedere come il trasporto ha dato alla City la sua identità e con una interessante introduzione alla storia di Londra. È possibile anche vedere il primo treno a vapore della Metropolitana del mondo, e una delle prime locomotive elettriche risalente al 1890. Una bellissima sorpresa questo museo, che racconta come si è originata e sviluppata nel dettaglio la metropolitana di Londra. Invito davvero tutti ad andarci se vi recate nella capitale. E ovviamente… Mind the Gap!!!
Non poteva ovviamente mancare un’altra piccola tradizione, ovvero entrare nell’Hard Rock Cafè. Quello di Londra ovviamente è il primo vero Hard Rock Cafè. Quest’anno festeggia i 40 anni dopo la fondazione nel 1971. Dopo aver acquistato una maglietta, ci fiondiamo fuori, anche perché una lunghissima coda all’entrata (colpa di una gita di più di 50 studenti italiani..) ci ha rallentato.
Da lì abbiamo subito fatto rotta verso Harrod’s, dove ci siamo letteralmente persi nei meandri di questo luogo chic e alla moda, dove i commessi e le commesse devono essere belli oltre che bravi. Non ho visto una sola commessa oltre la taglia 40 e un solo commesso non palestrato. Fortunatamente sono tutti giovani… Meglio evitare di dire quello che penso alcune volte del mio paese..
Da qui siamo tornati in albergo, per poi partire verso l’ultima tappa della giornata, una cena a casa di amici a White Chapel.
26 Luglio
La mattina è condita subito da una lunghissima visita al British Museum. Qui abbiamo visto tutta la parte della storia egizia, con la mia fidanzata che ha dovuto reprimere i miei istinti omicidi nel vedere sciocchi compatrioti che toccavano reperti di oltre 2000 anni fa semplicemente per fare una foto. A costoro auguro una bella maledizione… Incredibile l’ignoranza di certi studenti italiani che si chiedevano: “ma come hanno fatto queste mummie a mantenersi così bene per tutti questi anni??” Logico, sono mummie!!! Sperando che qualcuno spieghi loro il processo di imbalsamazione delle salme e tutto il cerimoniale. Ma lasciamo perdere! Abbiamo potuto ammirare anche reperti conservati in ottimo stato, come portali assiri ed egizi, e diverse parti dell’acropoli di Atene perfettamente conservati nel museo. Infine una piccola visita alla mostra Australian Landscapes nel piano delle Exhibitions, con quadri di artisti inglesi in Australia, ma anche con un allestimento davvero ben riuscito nel gioco dei colori che richiama davvero il paesaggio oceanico del paese dei canguri.
Data la vicinanza, abbiamo voluto sfruttare ancora la London Pass per recarci al Cartoon Museum, devo dire alquanto deludente. Per lo più artisti inglesi, si salvano solo per avere alcuni schizzi originali dei fumetti di Andy Capp e del Dottor Who e per una piccola saletta perché i bambini possano imparare qualcosa. Per il resto direi che come “Museo” è davvero povero.
Dopo aver salutato il quartiere del British, ci siamo recati dalla parte opposta della città, per andare alla stazione di King’s Cross, e da veri turisti maniaci cresciuti a pane ed Harry Potter, non poteva mancare la visita al binario “nove e tre quarti”…
Da lì siamo andati allo Science Museum, nel quartiere dell’Imperial College. Enorme, davvero enorme come museo, con tantissime cose da vedere. E molti spazi interattivi perché i bambini possano imparare. Ovviamente non è mancata la foto davanti alla McLaren del 1999 di Mika Hakkinen, che si schiantò a 207 km orari in Germania rimanendo pressoché intatta. Un gioiello della tecnologia. Molto interessante anche lo spazio dedicato agli aerei e alle navi, con un gran numero di modellini. Dopo il Pranzo e la visita allo Science Museum, i nostri piedi a stento hanno sopportato il Victoria and Albert Museum, davvero prezioso per tutti gli oggetti conservati al suo interno. Infine cambio di programma con spostamento a South Kensington e Chelsea, dove abbiamo fatto rotta per il mercato di Portobello Road. Come nel film con Angela Lansbury “Pomi d’ottone e manici di scopa”… “Portobello Road, Portobello Road, quante stupende ricchezze ci son, troverai ricordi di ogni generazion, sulle bancarelle di Portobello Road”. Un mondo colorato di mercatini, stupendi che ovviamente è contaminato, seppur fortunatamente in minima parte, da qualche grande negozio figlio della Globalizzazione.
Da qui siamo ritornati in albergo per poi partire e andare a cenare in un ristorante italiano. La guida Ryanair consigliava Franco’s, in Jermyn Street. Il servizio è ottimo, camerieri italiani e inglesi disponibilissimi. Ristorante gestito da sardi ma con cuochi anche del resto d’Italia. Abbiamo mangiato antipasti misti, affettati, pomodoro, mozzarella con un buon primo e un’insalata. Io mi sono concesso delle ottime linguine all’Astice. Prezzo abbastanza esoso, se non volete spendere non andateci. Però si mangia davvero bene. Era necessario dopo tutti i fastfood dove eravamo andati, purificare un po’ il corpo e lo spirito con un po’ di sana cucina italiana.
La sera siamo tornati al quartiere Westminster, dove abbiamo attraversato in una bellissima cornice illuminata del Big Ben, il London Bridge. Infine, dopo una rapida puntata alla Sala Giochi, ci siamo presi uno Yogurt a Queensway per fare rotta di nuovo in albergo.
L’ultimo vero giorno a Londra, prima della partenza del 28 luglio. Decidiamo dunque di andare a concludere i musei recandoci prima di tutto alla National Gallery, tra un mare di quadri. Devo essere trascinato per essere portato via dopo 2 ore e mezza di audio guida e contemplazione dei dipinti. Mi scopro sorprendentemente un grande fan di Canaletto, e rivedo con piacere qualche quadro di Monet. Dopo un ultimo sguardo alla Vergine delle Rocce di Leonardo, usciamo dalla Gallery per fare un giro a Trafalgar Square, nel giorno in cui Londra è fremente perché scattano i fatidici 365 giorni dall’inizio delle prossime Olimpiadi. Così decido di comprare un paio di borse e una maglietta recanti il logo dei prossimi giochi olimpici per anticipare i tempi sulla tabella di marcia. Dopo qualche foto al podio di presentazione dei lavori, con tutti i quotidiani della capitale che dedicano circa 10 pagine o più all’evento della giornata, decidiamo di andare alla Royal Albert Hall. Qui una guida ci illustra con bravura in un’ora tutti i segreti del luogo culturalmente più impegnato di Londra, mostrandoci anche alcune parti riservate ai regnanti.
La mattina si conclude con il passaggio di fronte all’Imperial College e un pranzetto da Pret a Manger con piadina e insalata annessa. Da lì spostamento pomeridiano a Notting Hill, per uno sguardo a un quartiere che è profondamente mutato e si può vedere dalle fotografie di una decina di anni fa confrontate con quelle relative al presente. Ci infiliamo tra i vicoli per raggiungere il piccolo Museo della Pubblicità (Museum of Brands, Packaging and Advertising), che ad appena 2 minuti da Portobello Road presenta oltre 12000 articoli originali tra marchi, giocattoli, dolci, articoli di moda, poster e riviste britanniche e mondiali. Una storia di un secolo dall’epoca vittoriana ad oggi. Se vi avanza un po’ di tempo e capitate da lì, passateci. Con un rapido passaggio a un negozio di dischi… torniamo piuttosto presto in albergo con le energie al lumicino.
L’ultima sera, nel segno dell’ozio profondo, la passiamo cenando da Scotch Steak mangiando all’inglese. Infine, passaggio all’Mm’s World e al Trocadero per una serata divertente, con un passaggio a Cool Britannia, pieno di articoli interessanti. Ultimissimo momento della serata, un regalo della London Pass che ci permette gratuitamente di fare una partita a Bowling al Queens Ice Bowl prima di tornare, per l’ultima volta, in albergo per l’ultimo riposo tra le braccia di Morfeo, compagno di viaggio oltremanica.
Dopo una turbolenta sveglia alle 5.30 del mattino, messe le ultime cose in valigia ci dirigiamo a Stansted, dove saccheggiamo letteralmente “Glorious Britain” in Aeroporto tra acuisti vari. Con somma sorpresa noto che programmi e videogiochi nuovi per console e computer costano meno della metà del loro prezzo in Euro in Italia!!! L’ultima colazione è ovviamente a Starbucks, immancabile in ogni aeroporto. Si decolla con circa un’ora di ritardo per arrivare nel pomeriggio, ahimè, di nuovo a casa. Come sempre le cose belle durano troppo poco.
tutto questo in 6 giorni!?
ebbene sì
Caro Michele, proprio in quei giorni una scolaresca di studenti di Giugliano è andata a visitare Londra… quindi credo che gli ignorantelli siano miei compaesani :S
perfetto Gionni, spero proprio che non si tratti di loro
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Hellen