Questo mio articolo è una collaborazione tra il sito www.pisanellastoria.it, www.videonewstv.tv, www.rossonerosemper.com e www.iotifopisa.com
Un articolo storico-tattico sulla storia del 4-2-4 di Antonio Conte. Buona lettura
Trovate gli articoli anche qui (http://www.rossonerosemper.com/2011/10/31/toma-ventura-e-conte-da-pisa-a-torino-la-storia-del-4-2-4), qui (http://www.iotifopisa.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=244) e qui (http://www.pisanellastoria.it/index.php?view=article&catid=1:ultime&id=239:-toma-ventura-e-conte-da-pisa-a-torino-la-storia-del-4-2-4) oltre che su questa pagina.
È arrivato il momento di analizzare e raccontare la storia di un modulo tattico che sta tornando in auge dopo molto tempo, il 4-2-4. Schema tattico storicamente inventato dalla grande Ungheria, si è poi perfezionato negli anni e ha fatto la fortuna del Brasile di Garrincha, Didì, Vavà e Pelè. Accantonato per evidenti limiti difensivi, è tornato a far capolinea in Italia a metà degli anni 2000 nel calcio minore, per poi, oggi, essere sotto gli occhi di tutti in Serie A. Ho seguito da vicino lo sviluppo di questo schema nelle ultime 7 stagioni e oggi parleremo un po’ di tattica.
ANTONIO TOMA, DAL SALENTO A PISA – Ex fenomeno mediatico su youtube, famoso per i suoi filmati nel calcio minore dove scartava intere difese segnando gol a valanga, “MaraToma” si è poi ritirato dal calcio e ha intrapreso la strada di allenatore. A scommettere su di lui l’ex direttore sportivo del Pisa Gianluca Petrachi (oggi al Torino) che lo portò nella città toscana nel 2005-06 quando i neroazzurri viaggiavano in zona salvezza. Toma portò subito l’idea di gioco del 4-2-4, ancora acerbo, con l’idea di base di poter andare in porta e costruire l’azione in pochi secondi. Dopo la salvezza centrata col Pisa, Toma rimase senza contratto.
GIAMPIERO VENTURA – Due stagioni dopo, nel 2007-08, ancora una volta a Pisa, per un curioso caso, Giampiero Ventura portò il suo 4-2-4 a un livello più alto di quello di Toma. Con lui i neroazzurri sfiorarono la Serie A, venendo eliminati solo ai Playoff, ma eguagliando il record di vittorie in trasferta della Juventus nel campionato cadetto. Ventura poi esportò questo modulo di gioco a Bari, successivamente, dopo che Anche il tecnico Antonio Conte lo aveva utilizzato nella città pugliese. Infine oggi questo schema fa la fortuna del Torino, ai vertici del campionato cadetto.
ANTONIO CONTE – Ulteriore evoluzione, il gioco di Antonio Conte. Prendendo spunto dalle idee di Toma e Ventura, all’esordio da allenatore nell’Arezzo, Conte fece spesso viaggi in Salento, disquisendo di tattica con Toma e venendo a Pisa a prendere appunti sul gioco di Giampiero Ventura. Fu così che, quando nella stagione 2008-2009 divenne allenatore del Bari, Conte ingaggiò come allenatore in seconda prima, e curatore della fase difensiva poi, Antonio Toma. Nacque un’intensa collaborazione che portò il Bari al ritorno in Serie A dopo molti anni. Oggi Toma allena la primavera del Lecce, dove ancora pratica questo modulo di gioco. Conte invece ha proseguito nel perfezionamento dello schema, prima a Bergamo e poi a Siena, centrando altre 2 promozioni in A, per poi definitivamente consacrarsi a Torino, in questa stagione, come allenatore della Juventus.
L’IDEA DI GIOCO – Ma cos’ha di speciale questo modulo di gioco? Analizziamo la parte tecnica. Prima di tutto non esiste il rinvio lungo del portiere, l’azione parte sempre dalla propria area di rigore, dove l’estremo difensore passa il pallone ai due difensori centrali, che iniziano l’azione e smistano subito la palla. La difesa, bloccatissima, è composta da due centrali e due terzini bloccati, spesso adattabili come centrali. Non è un caso che Chiellini e Lichsteiner vengano impiegati in questo ruolo a Torino. A centrocampo due mediani a tutto campo, con un corridore e un giocatore più tecnico, che hanno il compito di effettuare rapide verticalizzazioni, o allargamenti veloci del gioco verso le due ali offensive. Le due ali spesso sono composte da un giocatore leggermente meno a trazione anteriore dell’altro, ma devono avere una grande capacità di resistenza e corsa, per tutta la partita. Infine i due attaccanti non sono semplici punte, ma giocatori che possono giocare palla a terra, spesso con uno-due veloci o veli improvvisi a favorire il secondo attaccante. Non è un caso che ieri la seconda rete della Juventus sia arrivata proprio su un rapido sviluppo di un uno-due rapido al limite dell’area di rigore. In fase difensiva spesso le due punte pressano i difensori, ma il pressing e il contropiede sono altre due armi importanti di questo modulo di gioco.
VARIAZIONI SUL TEMA E CONTROMISURE – Antonio Conte ha migliorato molto questa idea di gioco, spesso adattandola ad altri moduli, magari aggiungendo un uomo in più a centrocampo in un 4-3-3 come contro l’Inter, oppure un 4-1-4-1 espresso contro il Milan nella partita di Torino. Ci sono però dei limiti in questo tipo di gioco. Allegri in questo caso non seppe trovare la chiave di lettura della gara, subendo la Juve per tutta la partita. Ci sono almeno tre modi per contrastare o limitare questo sistema di gioco. 1) Questo schema è perfetto per partite a viso aperto contro squadre dello stesso livello o superiori. Non servono campioni ma interpreti. Eppure contro squadre provinciali e più chiuse questo sistema di gioco trova difficoltà a esprimersi perché si esalta proprio negli spazi aperti. Giocare in questo modo, magari sacrificando un po’ il proprio modo di giocare è uno dei modi per contrastarlo. 2) Pressing alto. Le due punte devono pressare subito i difensori, proprio perché il gioco parte dalla propria area di rigore. In questo caso, nel gioco di Allegri, attaccanti passivi in fase difensiva sono dannosi per la squadra. 3) Limitare il gioco dei mediani, pressando insistentemente con un uomo a centrocampo uno dei due portatori di palla, porterà all’errore.
JUVE, DOVE PUO’ ARRIVARE? – Questa Juve può andare molto lontano, sono convinto che lotterà fino alla fine del campionato per lo scudetto. Le variabili tattiche di Conte, che ha imparato e migliorato lo schema di Toma e Ventura, possono essere le chiavi di lettura in quegli scontri dove notoriamente questo schema è fallace. L’importante è credere sempre nei propri mezzi, come dice sempre Giampiero Ventura “se vogliamo possiamo”. Un training mentale che anche Conte cerca di trasmettere ai propri ragazzi.
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Very good review for Italian Juventus
habilidades y competencias: manejo de personal, toma de decisiones, an
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Il tema di quest
I think Juventus can win italian Serie A
Col Milan si deciderà tutto il 25 febbraio. Forza Diavolo!
Juventus? Vincerà lo scudetto
Juve favorita adesso
Io ho una precisa idea del 4-2-4.
Terzini bloccati in difesa, che lanciano per le punte o per le ali.
Ali alte, che all’occorrenza possono anche accentrarsi e andare al tiro, oltre ovviamente a scambiare con gli attaccanti. Mi piacciono molto anche le ali che giocano sul filo del fallo laterale, che ritengo difficilmente marcabili, se ben dotate in termini di fiato e di tecnica.
Il retropassaggio verso i due mediani non è molto opportuno, secondo me, e ancora meno il tentativo di gestione del pallone da parte di essi.
I due mediani devono essere giocatori che corrono molto e che fanno solo contenimento. Non si spingono in avanti e devono rilanciare subito il pallone in avanti.
La difesa mi piace alta in modo da non lasciare ulteriore spazio alla manovra avversaria, che con solo due centrocampisti avversari è già facilitata.
Il portiere deve essere pronto ad uscire e deve essere bravo a gestire il pallone con i piedi.
Uno dei due centravanti, a turno, deve tornare indietro a supportare il centrocampo in fase di contenimento, e dà una mano ad impostare il contropiede;
nella fase difensiva, preferisco rischiare qualcosa e lasciare la punta che rientra a supporto dei due mediani, ma avere due ali davanti pronte al contropiede con la loro rapidità e abilità nel saltare l’uomo, e una punta al centro pronta a raccogliere l’ultimo passaggio. Uno dei difensori centrali, (ovviamente non entrambi) può intervenire in avanti di testa nelle mischie e nei calci piazzati.
Dev’essere una squadra, secondo me, in cui ogni giocatore ha un compito semplice e chiaro. I difensori stanno sempre dietro, i due mediani devono correre tanto e muoversi lateralmente, più che altro, per recuperare i palloni.
Le ali devono fare la fase offensiva e solo occasionalmente dare una mano in difesa.
l’unico ruolo un po’ polivalente sarebbe quello della punta che torna, ma non è niente di rivoluzionario.
Non ritengo vantaggioso far correre come un matto un giocatore, per poi vederlo distrutto dopo 60 minuti. Se fa troppe cose, oltre a perdere in termini di corsa, sbaglia passaggi, tiri, e perde in termini di lucidità.