Voglia di cinema dopo tanto lockdown. Da poco siamo tornati alla vita eppure, per gli amanti del grande schermo “vecchia maniera” come il sottoscritto, erano una delle cose che mancavano di più, una voglia che neanche le nottate passate su Netflix e Amazon Prime erano riuscite a placare.
Tenet è appena uscito e potrebbe segnare la rinascita del cinema in sala. Per adesso è forse l’unico film ad aver generato un enorme hype per tutti gli amanti del regista visionario Christopher Nolan. Dopo 48 ore dall’uscita l’ho già visto due volte e come me hanno fatto anche molti altri.
Al momento gli incassi sono una vera incognita. Non si sa con certezza cosa potrà accadere, se la gente effettivamente tornerà nei cinema oppure la paura di una seconda ondata limiterà la diffusione delle pellicole, ma una cosa è certa: Tenet è un segnale forte, perché lo stesso Nolan ha spinto per far tornare in sala il pubblico.
Il film parla di un agente segreto (interpretato da un ottimo John David Washington, figlio di Denzel e già visto in Blackkklansman, che si ritrova ad indagare, affiancato da un Robert Pattinson in un ruolo che gli calza a pennello, su un traffico di armi. Tra mille peripezie e viaggi, di cui si fa anche fatica a capire certi perché, si passa dallo spionaggio alla fantascienza, ai viaggi del tempo. Il ‘cattivo di turno’, interpretato da Kenneth Branagh, prende ordini dal futuro e vuole distruggere l’umanità nel presente, in modo tale che il futuro possa salvarsi da una catastrofe. Viaggiando a ritroso nel tempo, letteralmente al contrario, ‘il protagonista’ proverà a salvare il mondo.
Non vi annoierò con una lunga recensione del film, ma mi permetto qualche commento. Vi basti sapere che la trama non è così complicata come si potrebbe ipotizzare e Tenet soffre del solito annoso problema di Nolan, ovvero i suoi personaggi sono sempre un po’ “freddini” e poco approfonditi. L’idea che sta alla base della pellicola però è intrigante e alcune scene sono effettivamente qualcosa di ‘mai visto’. Al netto di tanti problemi io l’ho amato, anche per alcuni stilemi classici da film di spionaggio che da buon ‘bondiano‘ convinto ho adorato.
Parlando a tinte più generali, è noto che Nolan abbia sempre cercato una mediazione tra il cinema di genere, l’intrattenimento puro e la sua sterminata vocazione autoriale, a tratti onanistica e autoreferenziale nell’enfatizzare certi concetti. Nolan non è per tutti, come ogni grande regista che si rispetti. Nolan gioca e si diverte e forse in questo Tenet è il suo giocattolo.
C’è però qualcosa di cervellotico. Non la trama, come già detto, ma tra scatole da aprire, e macguffin vari siamo di fronte alla vera essenza di Nolan, in ogni sua declinazione positiva e negativa.