Al via un anno di eventi. Ecco un approfondimento che analizza gli obiettivi, le scelte, gli impianti, le opportunità e il reale valore di questo riconoscimento.
Il 18 novembre a Bruxelles la città di Pisa ha ricevuto l’investitura ufficiale di Città Europea dello sport 2016, assieme ad altre 30 nominate per questo riconoscimento. L’obiettivo per il comitato e l’amministrazione comunale sarà quello di realizzare 365 giorni di eventi a tema sportivo, oltre a “offrire alla città un’importante ribalta nazionale e internazionale, applicare e consolidare politiche sportive e motorie di grande impatto sociale e far interagire le diverse aree della città per raggiungere obiettivi di rilevanza cittadina e di Welfare” ha detto il sindaco di Pisa Marco Filippeschi nel documento di candidatura. Per far questo sono stati presentati bandi per sponsorizzazioni, oltre a un bando dedicato a tutte le associazioni sportive cittadine per poter partecipare al calendario di eventi, prolungato a fine novembre, per il quale il Comune di Pisa ha stanziato inizialmente 64 mila euro.
LA SCELTA DI PISA – La scelta di Pisa per il progetto Città Europea dello sport va di pari passo con gli obiettivi dell’associazione ACES, promotrice del riconoscimento. In tal senso ecco le parole di Giuliano Pizzanelli, delegato provinciale del CONI: “Tutte le iniziative avranno massimo sostegno da parte del CONI e da parte del Comune. Vi saranno eventi strettamente agonistici, ma anche di intreccio tra sport e cultura oltre alla promozione dello sport per tutte le età. Lo sport sarà vissuto a tutto tondo, non sono dal punto di vista della manifestazione vera e propria”. Pisa è stata scelta dopo che la commissione ACES ha analizzato il dossier di 43 pagine presentato dall’amministrazione e dopo una attenta valutazione di tutti gli impianti sportivi cittadini. Molti i temi affrontati nel documento che hanno impressionato la delegazione ACES. Si parte dalla definizione di Pisa come città calderone dalla grande eterogeneità di enti e pratica di discipline sportive, passando per le aree verdi, le strutture a norma per la pratica dello sport per disabili, gli eventi culturali, il bike sharing e i testimonial del mondo dello sport pisano a levatura internazionale, oltre al volontariato e le manifestazioni storiche sportive.
IMPIANTI – Sono quasi 30 gli impianti sportivi che sono stati illustrati alla commissione ACES, molti dei quali rappresentano una eccellenza nel panorama sportivo italiano, come il Cosmopolitan Golf & Country Club, il centro di preparazione olimpica a Tirrenia, il CUS Pisa e l’ippodromo San Rossore. Altri invece necessiterebbero di manutenzione, come l’Arena Garibaldi di Pisa, il Palazzetto dello Sport Sergio Carlesi e l’impianto di Atletica a Barbaricina. Abbiamo chiesto a Giuliano Pizzanelli se fosse previsto uno stanziamento per poter mettere mano a quegli impianti che hanno bisogno di qualche ritocco, ma per il 2016 non sono previsti lavori in tal senso: “quello degli impianti è un obiettivo di medio periodo, la speranza è quella che in futuro si possa avere maggiore attenzione sull’impiantistica, cavalcando l’onda di un anno di eventi come quello che ci aspetta. E’ pur vero che ai Passi stanno sorgendo alcune realtà importanti, come la nuova palestra di scherma e di pallavolo. Questo sta a significare che l’attenzione della città per lo sport è sempre alta.”
CALENDARIO DI EVENTI – Il calendario di eventi sarà verosimilmente reso noto a dicembre inoltrato, dopo aver analizzato le proposte degli enti sportivi pisani e il budget a disposizione da parte del Comune di Pisa dopo aver chiuso il bilancio. Voci interne che trovano più di una conferma riferiscono di un budget complessivo di circa 200 mila euro. A margine delle premiazioni annuali del CONI provinciale, Salvatore Sanzo è tornato sul tema della collaborazione con queste parole: “il prossimo anno saremo una Città Europea dello sport, quindi dobbiamo dare tutti un contributo al mondo dello sport pisano per far capire l’importanza dello sport a questa città”.
ESEMPI POSITIVI E NEGATIVI – A questo proposito esistono alcuni esempi, positivi e negativi, di come da altre città italiane sia stato affrontato l’anno di eventi dopo l’investitura a Città Europea dello sport. Ad esempio Cesena, nominata nel 2014, è riuscita a fare di necessità virtù. Oltre ad aver organizzato eventi di ampio respiro e catalizzato l’attenzione della regione, è riuscita ad operare anche per il cittadino dando in gestione 22 impianti sportivi di quartiere a realtà del territorio per circa 9 anni, un lasso di tempo molto ampio su cui poter operare. Come Cesena è ben riuscita a fare anche Modena, con un anno di eventi che è stato apprezzato dalla città e condiviso dalle associazioni. Diverso invece è il caso di Brindisi, sempre nel 2014, per il quale questa nomina si è rivelata un vero e proprio flop, mettendo a nudo diverse problematiche: iniziative a livello amatoriale, impianti lasciati a sé stessi e fondi inizialmente stanziati dirottati in ambiti non sportivi con molte promesse non mantenute. È pur vero che molto spesso l’associazione ACES è stata al centro di polemiche, sulla mancanza di trasparenza statutaria, anche perché non ha nessun legame con l’Unione Europea e con le istituzioni, trattandosi semplicemente di una realtà privata e non di un ente pubblico. Inoltre non si conoscono i nomi delle città scartate tra quelle in concorso. Spesso dunque gli eventi e le nomine a città dello sport sono stati spesso poco più un mero oggetto politico e non qualcosa di realmente positivo per le città in questione, anche se esistono esempi positivi. Per Pisa tutto sta nel modo in cui sarà affrontato il 2016 da Città Europea dello sport. Solo tra un anno capiremo quello che sarà stato il reale valore di questo riconoscimento.
Altri approfondimenti:
intervista a Giuliano Pizzanelli
la premiazione a Bruxelles
Documenti ufficiali:
Documento di candidatura a Pisa Città Europea dello sport presentato alla commissione ACES