E’ finalmente arrivata la notizia, clamorosa, del primo ritrovamento di una bici col motorino in una gara professionistica. Una notizia che fa scalpore e arriva dopo quasi 6 anni dalla mia inchiesta sul doping tecnologico. Sono allo stesso tempo felice e schifato per tutto questo. Ecco una rassegna delle notizie relative a questo importante avvenimento contro il doping:
30 gennaio da tuttobiciweb
CICLOCROSS | Ma no, sono solo fantasie, illazioni, voci o cattiverie. Macchè bici con il motorino, sono solo speculazioni giornalistiche. Si, come no… Oggi il sospetto è divenuto realtà. Doping tecnologico al Mondiale di ciclocross di Zolder in Belgio. Gli ispettori dell’Unione ciclistica internazionale sono intervenuti sulla bicicletta di una ragazza under 23. La bicicletta è stata sequestrata. La federazione belga ha spedito a casa la 19enne Femke Van Den Driessche campionessa europea lo scorso 7 novembre. Gli ispettori dell’Uci hanno sbugiardato la ragazzina grazie alla tecnologia: un nuovo sistema a scansione, collegato con una app tramite tablet. Ora la ragazza dovrà rispondere di “frode tecnologica”, introdotto dallo scorso anno nel regolamento Uci. Le sanzioni per il corridore sono l’esclusione dall’ordine d’arrivo, la squalifica per un periodo minimo di 6 mesi, una multa dai 19.265 ai 192.230 euro. Sanzione pecuniaria più dura per i team: da 96.135 a 963.160 euro, un milione di franchi svizzeri. Il padre dell’atleta ha dichiarato a Het Nieuwsblad che la bicicletta è stata trovata nel box del Belgio ma che appartiene ad un membro dell’entourage dell’atleta e che mai e poi mai sarebbe stata utilizzata in gara.
Sarebbe il primo caso di frode tecnologica. È successo al Mondiale di ciclocross di Zolder in Belgio. Gli ispettori dell’Unione ciclistica internazionale sono intervenuti sulla bicicletta di una partecipante alla gara donne under 23 alla ricerca di un “motorino”. La bicicletta è stata sequestrata. In un comunicato l’Uci parla di una bici sequestrata per ulteriori indagini precisando che non si tratta di una delle atlete andate a podio. La federazione belga ha spedito a casa la 19enne Femke Van Den Driessche campionessa europea Women Youth lo scorso 7 novembre, gara nella quale Alice Maria Arzuffi arrivò terza. I commissari dell’Uci, prima del via, con un nuovo sistema a scansione, collegato con una app tramite tablet, avrebbero scoperto l’inganno. La ragazza, partita dalla prima fila ha completato in sella tre dei quattro giri previsti nella gara: nelle prime due tornate è stata in 10ª e 12ª posizione, nella terza è scivolata alla 28ª, ha tagliato il traguardo a piedi spingendo la bici. Il suo account Facebook è stato sospeso nel pomeriggio di sabato. “SCANDALO” — “Io non avrei mai pensato che queste cose fossero possibili. È uno scandalo che l’entourage di Femke abbia ingannato la federazione belga” ha reagito il selezionatore belga Rudy de Bie. Il coordinatore dell’Uci Peter Van den Abeele, sul posto a Zolder, ha detto a Sporza che “è stato subito chiaro che c’era qualcosa di sbagliato. I nostri ispettori hanno effettuato controlli alla partenza e durante la gara nei box e hanno stabilito la frode meccanica. Per l’Uci è la prima volta che viene rilevata la frode tecnologica e per noi questo è un aspetto negativo. C’è anche un lato positivo di questa storia: la tecnologia (per i controlli, ndr) è a punto”. Il padre della ragazza ha detto che “qualcuno del suo entourage e che si allena con lei, ha preso la bici dai box” e ha aggiunto che “non è stata utilizzata in gara”.
Il giovane cronista che per primo parlò di bici a motore e fu deriso è @m_bufalino. Onore al merito https://t.co/B6ccXaPLYp
— Andrea Berton (@aberton70) 31 Gennaio 2016
Siti stranieri Sporza Cycling Weekly Het Nieuwsblad 31 gennaio Il presidente UCI conferma il ritrovamento cyclingnews.com
UCI President Brian Cookson has confirmed that the governing body found evidence of a motor in a bike at the cyclo-cross World Championships on Saturday.
Questa mattina alle 11.20 sarò ospite a @radiosportiva per commentare la vicenda della bici a motore al mondiale ciclocross di Zolder.
— Michele Bufalino (@m_bufalino) 31 Gennaio 2016
Qui è possibile riascoltare l’intervento: da road2sport.com
Si chiama Femke Van den Driessche, 19 anni, belga. E, senza quasi poterlo immaginare, è entrata di diritto nella storia del ciclismo. E’ stata trovata positiva ai Campionati del Mondo di Ciclocross Under 23 solo che questa volta il doping non c’entra. C’entra l’aggeggio ritrovatole all’interno del mozzo della bicicletta, quello che vedete nella foto di qui sopra che potremmo intitolare “10 centimetri di felicità” La bici a motore, quella che il bravo Michele Bufalino prima e l’attuale CT della Nazionale Davide Cassani poi avevano portato alla luce, esiste e adesso ne abbiamo le prove. Se in principio parlavamo di sospetti e di caccia alle streghe adesso abbiamo un primo dato preoccupante, una certezza che potrebbe segnare il 30 gennaio del 2016 come una delle date più tristi della storia di questo sport. A rendere più triste il tutto è l’occasione, una gara “minore” in una disciplina come il ciclocross dove il motorino può servire ma non ha gli stessi effetti di una corsa su strada. La notizia, venuta a monte nel tardo pomeriggio di ieri, ha chiaramente sviluppato un processo di ricerca sulla giovane ciclocrossista belga e ciò che ne è venuto fuori è disarmante. Osservate attentamente al minuto 3:05 di questo video riferito ad una corsa di novembre
dal blog autore di Eugenio Capodacqua su Repubblica
Lo hanno ricercato per tanto tempo e alla fine lo hanno trovato. Per la prima volta nella storia travagliata degli imbrogli nel ciclismo ecco ufficializzata la notizia del ritrovamento del cosiddetto “doping tecnologico”, ovvero di un piccolo motore nascosto nei tubi del telaio. Se ne parlava da tempo ed anche alle ultime grandi competizioni (Giro-Tour) in giudici si erano dati un gran da fare per cercare di smascherare l’ipotetico inganno. Ora c’è la prova concreta. Il primo caso è stato individuato al campionato mondiali di ciclocross di Zolder, in Belgio. Gli ispettori Uci hanno sequestrato una bicicletta nella gara delle donne under 23. Non si tratterebbe di un mezzo usato dalle prime tre ragazze sul podio (vittoria di Evie Richards), ma, come ha poi specificato la federazione belga, quella della 19enne Femke Van Den Driessche, una giovane atleta già campionessa europea Women nel novembre scorso, la competizione nella quale l’azzurra Arzuffi finì terza. E questa volta ad aiutare gli ispettori sarebbe stata la nuova tecnologia adottata: un sistema di scansione computerizzato, con una telecamera termica, messo in azione via tablet prima del via attraverso cui si rivela la differenza di temperatura sul telaio delle parti dove il motore (che riscalda) è nascosto . “E’ il lato positivo di questa storia” ha specificato Peter Van Den Abeele, coordinatore dell’Uci sul posto. La Van Den Driessche era in prima fila ed ha completato poi tre dei quattro giri previsti scivolando indietro nel gruppo fino a tagliare il traguardo a piedi. La federazione belga ha preso subito le distanze gridando allo scandalo. E il fatto che si tratti addirittura di una giovane ragazza fa riflettere. “E’ stata subito chiaro che qualcosa non era a posto – ha detto ancora Van Den Abeele – durante l’ispezione i nostri ispettori hanno scoperto la frode meccanica”. A difesa della ragazza il padre che ha sostenuto come quella non fosse la bici della figlia, ma di qualcuno con cui la giovane si allenava di tanto in tanto. Confermando indirettamente che qualcosa di non chiaro nell’ambiente c’è comunque. Del resto, non è proprio senza motivo che l’Uci da tempo vada alla caccia dei motorini nei telai, proibito nella norma che vieta la frode tecnologica (paragrafo 12.1.013bis) che prevede l’esclusione dall’ordine di arrivo, squalifica minima di 6 mesi e multa da 19.000 a 190.000 euro. Per la eventuale responsabilità delle squadre multe ancora più severe: fino ad un milione di franchi svizzeri. Se ne parla da anni. Uno dei primissimi modelli, francese, comparve addirittura alla fine degli anni 70. La miniaturizzazione e la tecnologia moderna hanno certamente contribuito alla diffusione. Si tratta di aggeggi praticamente invisibili dall’esterno, nascosti nel tubo di sella o in quello obliquo. Capaci si sviluppare potenze fino ai 100 watt e per tempi sufficientemente lunghi. Alcuni addirittura comandati via wireless con la fascia del cardiofrequenzimetro in modo che il motorino si accenda quando i battiti del cuore salgono sopra una certa intensità. Sei anni fa avevano fatto discutere le clamorose accelerazioni vincenti al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix di Cancellara alla Parigi-Roubaix. Lo svizzero ha sempre negato tutto. Ma l’autore del libro “La bici dopata”, Michele Bufalino, che ha indagato sui tanti sospetti (all’epoca le bici non venivano controllate sotto questo profilo) non risulta sia mai stato querelato. Ha fatto poi il giro del mondo il filmato su Youtube della bici del canadese Hesyedal, vincitore del Giro d’Italia 2012: durante la Vuelta 2014 il corridore cade in discesa, è sbalzato dalla sella, ma i pedali della bici continuano a girare per lungo tempo, accendendo i sospetti che a muoverli ci sia stato un motorino. Al Giro di quest’anno si era parlato anche di altre nuovissime tecnologie per l’imbroglio: ruote speciali con magneti all’interno che “aiuterebbero” la pedalata. Ora il primo caso accertato ufficialmente. La Wilier Triestina, la marca di bici per la quale correva la Van Den Driessche ha subito reagito minacciando querela a tutela del proprio buon nome.
Da La Gazzetta dello Sport: La Van den Driessche si difende
“Quella non è la mia bici”. “Non sono un’imbrogliona”. “Ho un grosso problema”. Si dice scioccata la 19enne belga Femke Van den Driessche, campionessa europea in carica di ciclocross women youth. La ragazza è stata fermata al Mondiale di Zolder, dove ha corso parte della gara della donne under 23, perché nella bici sequestrata è stato trovato un motorino, il primo caso di frode tecnologica accertata da quando l’Unioine ciclistica internazionale (Uci), con una modifica del regolamento nel 2015, ha previsto l’eventualità e le sanzioni relative.
“È DI UN MIO AMICO” — La giovane, alla testata belga Sporza, si difende. “Non era la mia bici, ma quella di un amico. È finita nelle mie mani per un malinteso di un meccanico. È esattamente uguale alla mia bici. Questo amico è andato fare un giro del percorso sabato prima di lasciare la sua bici nel camion. Un meccanico, che pensava fosse la mia bici, l’ha lavata e preparata per la cosa” ha detto la 19enne. “Non ho paura delle indagini, non ho fatto nulla di sbagliato” ha aggiunto consapevole del fatto che la sua “carriera potrebbe essere finita”. La ragazza si augura di “avere una seconda possibilità”.
La bici a motore di oggi: tecnologia ancora più piccola, attivazione tramite cardiofrequenzimetro e wireless per non andare in soglia.
— Michele Bufalino (@m_bufalino) 1 Febbraio 2016
da La Gazzetta dello Sport, come funziona la tecnologia attuale
La nuova frontiera, molto più avanzata tecnologicamente e dieci volte più costosa, è nella ruota posteriore: può arrivare anche a 200 mila euro, e i tempi di consegna sono di oltre sei mesi. Doping meccanico il primo, con un motore che muove il movimento centrale tramite un ingranaggio conico (ora in plastica per renderlo silenzioso); elettromagnetico il secondo, con la ruota di trazione assistita dall’emissione di energia. Motorino e ruota hanno in comune, secondo un guru del settore, un principio: quello che «con l’elettricità fai più miracoli che con la chimica. Inoltre è meno dannosa per la salute». La prima divisione riguarda le prestazioni richieste dall’utilizzatore: professionista e cicloamatore hanno caratteristiche ed esigenze diverse. «Al primo non servono né tanta potenza, né tanta coppia: 5060 watt sono più che tanto. Per il secondo, invece, serve tanta coppia e tanta potenza. Il rendimento di questi motori è migliore con un’alta cadenza di pedalata». Ma ci sono cicloamatori che usano il motorino? «Solo io in Italia negli anni scorsi ne ho venduti 1.200. Quando leggo le classifiche delle Granfondo, mi viene da ridere, le potrei riscrivere quasi tutte».
Due differenti sistemi per la bici a motore: nella ruota e nel tubo piantone. Si attiva più o meno allo stesso modo. pic.twitter.com/5aX7HHdk45
— Michele Bufalino (@m_bufalino) 1 Febbraio 2016
Bici truccate: di elettromagnetismo (e cuscinetti) se ne parlava già a pagina 104 del mio libro del 2011. pic.twitter.com/2Cps0iXdgl
— Michele Bufalino (@m_bufalino) 1 Febbraio 2016
da Tuttobici. Lelli: “i prof li hanno usati”
I professionisti le usano?
«Per quello che ho visto, qualcuno l’ha usata, poi forse si sono impauriti perchè sono iniziati i controlli… Ora ad alto livello secondo me è impossibile usarli o comunque sarebbe da pazzi. Alcuni casi, che hanno avuto parecchia risonanza mediatica (penso ai discussi cambi di bici), hanno giustamente fatto riflettere e questo week end ci è stato offerto un esempio lampante. 100 watt per una persona normale sono pochi ma per un professionista sono tantissimo. Immaginate semplicemente che un atleta la usi nelle prime ore di gara… Spenderebbe molte meno energie nella prima parte, che potrebbero tornargli utili nel finale».
E nelle granfondo se ne fa uso?
«Di sicuro. Sappiamo che c’è gente disposta a tutto per un prosciutto (sorride ironico, ndr). Ricordo che c’è stata una polemica al riguardo nella Prato-Abetone di un anno fa. Non essendoci controlli senz’altro qualcuno fa il furbo. Per quanto mi riguarda le ho vendute a non agonisti. Ho provato a montare motori più potenti dei silenziosi 100 watt e quelli chiaramente si sentono come accade con le classiche bici assistite. Io non sono contrario a questo tipo di mezzo per motivi ludici. Le bici motorizzate stanno aprendo un mercato enorme e possono aiutare chi ne ha bisogno, persone di una certa età o fuori forma. Mia moglie con una mtb a pedalata assistita, in cui il motore è ben visibile, nonostante il poco allenamento riesce a pedalare per 60/70 km. Come per ogni cosa, anche per le bici a motore dipende dall’uso che se ne fa…».
da Tuttobici, Cassani: “Provai l’esistenza, oggi è peggio”
La notizia, come la vittoria, ha molti padri: alla regola non sfugge nemmeno quella delle biciclette col motorino, emersa quasi sei anni fa. Portata in tv da Davide Cassani, attuale ct azzurro, opinionista Rai all’epoca in cui uscirono le prime indiscrezioni sul doping tecnologico. Ma di bici a motore si parlava già da qualche giorno. «Ho parlato per la prima volta in televisione di un caso che era stato rivelato da alcuni giornali», conferma oggi Cassani, dopo che a risollevare il polverone è stata la scoperta della bici ‘motorizzata’ della ciclista belga Femke Van Den Driessche.
Breve riassunto della vicenda. Nel 2010 il Giro parte dall’Olanda: quando entra in Italia, tre quotidiani (Il Giornale a firma di Cristiano Gatti, il Quotidiano sportivodel gruppo Carlino-Nazione-Giorno a firma Angelo Costa e l’Avvenire a firma di Pier Augusto Stagi) il 18 maggio rivelano l’esistenza di un motore invisibile nascosto nei telai delle bici da corsa che consente una pedalata assistita, permettendo agli atleti di risparmiare energie. Non solo: segnalano l’esistenza di un sito austriaco che produce il marchingegno e sottolineano che l’Uci ha già iniziato la caccia a questo doping tecnologico. Mentre la direzione del Giro si affretta a smentire le indiscrezioni (‘Se ci fosse qualcosa di anomalo, si vedrebbe’) e i tecnici esibiscono tutto il loro scetticismo, i primi a riprendere la notizia sono i giornali svizzeri, che sospettano l’uso di questo motorino già nelle classiche del Nord del mese precedente. Qualche giorno dopo, il 27 maggio,il caso approda anche in tv grazie a Davide Cassani, che alla trasmissione TGiroconferma la notizia, presentando un modello di bicicletta dotata di una batteria nascosta nei tubi del telaio fornitagli in forma anonima e dichiarando che anche lui a 50 anni con questo modello avrebbe potuto pedalare a 60 orari, vincendo molte corse. «Avevo letto la notizia sui vostri giornali e confesso di esser rimasto sorpreso. Poi una persona mi ha chiamato offrendomi una bici motorizzata e l’ho provata: lo scopo era documentarne l’esistenza, oltre che dire a tutti di fare attenzione, perché la bici col motore c’è davvero», racconta Cassani, che nelle settimane successive a quel servizio si vide attribuire un filmato fatto da altri che documentava il possibile uso di una bici ‘truccata’ da parte di Cancellara. «Fui accusato per questo, ma non c’entravo, né indagai su questo o quel corridore: io mi limitai a portare in tv ciò che avevo prima letto, poi provato di persona».
2 febbraio
da tuttobiciweb. Salvato (presidente ACCPI): “Chi sa parli”
PROFESSIONISTI | La vicenda della bicicletta della belga Femke Van den Driessch accaduta a Zolder sabato scorso in occasione del Campionato del Mondo di ciclocross ha fatto scoppiare un altro caso nel mondo del ciclismo. Il rinnovato allarme di un possibile uso inappropriato e vietato della tecnologia preoccupa gli stessi corridori, impegnati da tempo in prima persona a fare il vuoto attorno a chi ancora oggi pensa di vincere barando. Il problema era già stato denunciato dall’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani un anno fa nella rubrica ACCPI di luglio 2015 intitolata Motorini? Se ci sono vanno smascherati. Il presidente ACCPI Cristian Salvato in seguito ad alcuni articoli apparsi sulla stampa in questi giorni ci tiene a precisare a nome dei ciclisti e delle cicliste della massima categoria: «Questo episodio ci addolora, ma dimostra come l’utilizzo di motorini in gara non possa sfuggire ai controlli predisposti dall’UCI, con la tecnologia a disposizione è molto semplice smascherarli. Siamo per la lotta dura contro chi bara e danneggia l’intero movimento. Se qualcuno, come l’apprezzato costruttore e telecronista della tv di stato Max Lelli ha dichiarato ieri a www.tuttobiciweb.it, sa qualcosa di certo denunci alle autorità competenti nomi e cognomi di chi ha fatto uso di bici motorizzate, altrimenti taccia. C’è bisogno di portare alla luce la verità dei fatti e di evitare sterili polemiche. Ci auguriamo e sollecitiamo la procura competente ad aprire un’istruttoria in merito a chi sa qualcosa di concreto. Per l’Assocorridori l’omertà non deve esistere, la via per la pulizia e la verità è solo una: fare chiarezza».
da cyclingnews.com: Wiggins è sicuro che il doping meccanico sia una pratica in uso da qualche tempo
Bradley Wiggins has said that he thinks that the use of motors in cycling has been going on for some time. Speaking after the pre-race press conference for the Dubai Tour, Wiggins added that the discovery of a motor in the bike of Belgian teenager Femke Van den Driessche could actually be a good thing.“I think it’s probably been around for a while,” Wiggins told the press in Dubai. “For five years now they’ve had this suspicion because they’ve been checking the bikes. I think it is the first one they’ve found, but I’m sure that it has happened in the past, but they haven’t found them. It’s just one of them things. “In a way, it is good that they found it because they’ve been checking them for five years now. They did it after the Hour Record; they took my bike to pieces. They didn’t give up with it, which is a good thing.”
“They have to suspend for life, for me they have to suspend for life,” Merckx told reporters in Doha on Monday on the eve of the Ladies Tour of Qatar. “From what I saw yesterday on the television, [it seemed] it was not the first time. They also showed a cyclo-cross on the Koppenberg [the Koppenberg cross where Van den Driessche finished second] and it was not normal. For me, it’s the worst thing you can do. You might as well go by motorcycle.”
Cancellara was at the centre of attention when accusations of hidden motors and mechanical doping first emerged in 2010. A video showing how mechanical doping works, and casting suspicion on Cancellara’s attacks in the Tour of Flanders and Paris-Roubaix has been several million times.[...] “For sure things have been written about it, but it’s difficult to have a clear idea about it all because we’ve got to see what emerges. I’m curious. Let’s see.”
Molto meglio il doping che il motorino nella bici
Buona notte— riccardo riccò (@riccardo_ricco) 1 Febbraio 2016
3 febbraio
da BagarreToday: Bici taroccata: attenzione a spendere troppe parole nel vuoto
Che bello dopo tanto vociferare, accorgersi improvvisamente che tutti sapevano. Prima a fare a gara per attenersi all’atteggiamento più omertoso, ecco poi che arriva la competizione nel dimostrare che comunque tutti, chi più chi meno, fossero al corrente. Tra i vari super eroi, alcuni dei quali sempre pronti a nascondersi dietro al subdolo anonimato, c’è anche chi, furbetto di turno, è lì da qualche anno a raccontare, a commentare e a svolgere il ruolo di opinionista, per la nostra emittente di Stato.
da Tuttobici: VAN DEN DRIESSCHE. Frodi di famiglia Padre e fratello della ragazza accusati di furto
Ormai tutti conoscono Femke Van den Driessche, la 19enne belga accusata di aver corso il mondiale di ciclocross con una bicicletta motorizzata, scoperta dagli ispettori dell’Uci. Molto meno si sa, o meglio si sapeva della sua famiglia. Ma proprio il caso della bici motorizzata rischia di costare cara ai Van den Driessche. Il quotidiano belga hln ha raccolto infatti la rivelazione di Patricia Inghelbrecht, che gestisce un negozio di animali, e che grazie alle foto pubblicate in questi giorni ha riconosciuto in papà Pieter e nel figlio Niels (fratello di Femke e ciclista attualmente squalificato per doping) due dei tre gentili clienti che nel febbraio del 2015 hanno rubato nel suo negozio una coppia di pregiati parrocchetti.
da Tuttobici: VAN DEN DRIESSCHE. Aveva già barato?
Il caso della bicicletta di Femke van den Driessche sta scuotendo da giorni il mondo del ciclismo. I colleghi belgi di Het Laatste Nieuws hanno pubblicato un video in cui proprio la ragazza belga desta ulteriori sospetti. Le immagini risalgono al 1° novembre scorso e mostrano Femke van den Driessche realizzare una grande progressione nel corso del Koppenberg Cross di Audenarde: la belga lascia letteralmente di stucco le sue avversarie in salita, senza nemmeno alzarsi di sella.
da tuttobici: IZAGIRRE e il dubbio della ruota. VIDEO C’è il sospetto del motorino?
Pochi secondi di immagini, quasi una sensazione più che una certezza. Ma la ruota posteriore di Ion Izagirre sembra proprio che continui a girare da sola e anche piuttosto forte dopo la caduta del corridore spagnolo. Che fra l’altro cerca di ripartire proprio con la stessa bicicletta e solo in un secondo tempo si convince a cambiarla. Giudicate anche voi…