Se ne parla ormai da giorni e tante volte ne abbiamo parlato anche su questo blog. Le “bici truccate”, “bici a motore” o “bici dopate”, sono tornate, o forse non se ne sono mai andate. Il 16 luglio infatti, un blitz della polizia al Tour de France ha scosso l’ambiente. L’operazione è nata a seguito di una testimonianza di diversi corridori che lamentavano ”anomalie meccaniche a livello delle ruote” nelle bici di alcuni avversari, anzi, “rumori strani”. Come riportato sulle colonne del quotidiano svizzero “Le Temps” infatti, c’erano “strani rumori metallici” provenienti dalle ruote posteriori di quattro squadra, tra questa anche la Bahrain che ha visto la visita dei gendarmi. «È un rumore metallico, come una catena mal regolata. Non si tratta più di un motore nelle bielle o di un sistema elettromagnetico nei cerchioni, ma di un dispositivo nascosto nel mozzo. Potenza attraverso i freni. L’inerzia è memorizzata come in F1», spiega al quotidiano elvetico uno delle tre gole profonde, nelle parole riportate da Tuttobiciweb. Un problema serio e un clima negativo che ha caratterizzato questi giorni di gara. Le autorità competenti stanno cercando di capire l’origine di questi rumori sospetti da giorni. Sotto la lente di ingrandimento, come scritto anche da Fanpage, il corridore Tadej Pogacar, dominatore della Grande Boucle. “Accuse pesanti per Tadej Pogacar e tutti i grandi protagonisti della Grande Boucle che la dicono lunga sul clima che si è venuto a creare“, riporta il media italiano. Altri dettagli sono emersi su Cyclingside, ma per adesso dalle indagini della Polizia non è stato trovato niente: “Sono stati 720 i test in queste prime due settimane di Tour de France, effettuati in gran parte come i dispositivi in grado di rilevare le distorsioni magnetiche di eventuali motorini nascosti nelle biciclette ma in 114 di questi si è ricorsi addirittura ai raggi X per poter controllare con un occhio ancora più efficace la regolarità delle biciclette dei corridori. Test rassicuranti, vista la totalità di esiti negativi riscontrati e con cui l’UCI spera anche di tacciare voci che troppi continuano a seguire”. La tecnologia si sta evolvendo molto. Thierry Valdary, giornalista francese di Sport Stade 2, già dedicata a investigazioni sulle frodi tecnologiche nel ciclismo, ha fatto vedere su Twitter, anche in un video che ne dimostra il funzionamento, un mozzo motorizzato (qui il link dal video su twitter). Un mozzo che appare perfettamente identico a un componente normale, ma con dentro un motorino silenzioso (tutte la parti meccaniche pare siano realizzate in materiale polimerico: plastiche speciali, che non avranno una grande durevolezza nel tempo, ma possono assolvere perfettamente alla funzione per la una tappa o più)”. Si attendono novità, nella speranza che le bici truccate tornino ad essere solo un ricordo, anche se il problema continua ad apparire irrisolto, con molta omertà su questo tema.