Dalla fine degli anni ’90, per merito o per colpa del videogioco Winning Eleven, la versione giapponese del fu Pro Evolution Soccer, sono legato da un grande sentimento per il Kyoto Sanga, formazione che ha sempre fatto l’altalena tra la J-League e la J2-League, le due principali leghe del calcio nipponico. Nonostante il colore della divisa, il viola (sì, avete capito bene), mi appassionai subito alle vicende di tre calciatori che erano il perno della squadra che allenavo nel videogioco. Si trattava di Park Ji-Sung, il coreano che avrebbe fatto una sfolgorante carriera in Europa, tanto da diventare bandiera del Manchester United, il fantasista numero 10 Daisuke Matsui, che in seguito tentò la fortuna in Francia e, infine, un altro coreano poi sparito dai radar, il biondo An Hyo-yeon. Negli anni ho imparato a seguire la squadra anche fuori dai videogiochi, esultando per la Coppa dell’Imperatore vinta nel 2002 e continuando a tifarla nonostante da anni mancasse dalla massima serie giapponese. Oggi finalmente, dopo 7 anni di assenza, il Kyoto è tornato, con una giornata di anticipo, in J-League al termine di un campionato spettacolare e guidato dai 21 gol del 37 enne nigeriano Peter Utaka.
Che dire! Gambare Kyoto!