Autore: Domenico
Ghirlandaio.
Titolo: Conferma della
regola da parte di Onorio
III.
Collocazione: Cappella
Sassetti in Chiesa di
S.Trinita.
Materiali e tecnica:
pittura a fresco.
Dimensioni: n.p
Data: 1479-85 (cfr.
Borsook e Offerhaus)
Descrizione/Iconografia/Inquadramento
storico-critico: Il
soggetto dell’affresco è una
singolare rappresentazione
della conferma della regola
francescana. Singolare
perché se consideriamo lo
stesso episodio raccontato e
descritto da altri autori e
artisti, ci accorgiamo
facilmente quali novità sono
presenti nell’affresco del
Ghirlandaio.
Prima di addentrarci nelle
novità operate, ricordiamo
il soggetto secondo il
nostro punto di riferimento:
la Legenda Maior. Per
capire questa fonte bisogna
immedesimarsi nel periodo
analizzato e considerare che
le idee e gli insegnamenti
di Francesco avevano
raccolto molti consensi e
approvazioni oltre che molti
seguaci. Per questo il
vescovo Guido, personaggio
già incontrato nella lunetta
di sinistra nella Cappella
Sassetti, consigliò a
Francesco e al suo gruppo di
recarsi a Roma da papa
Innocenzo III per farsi
approvare la prima breve
Proto-Regola del nuovo
Ordine dei Frati Minori,
regola che fu approvata
oralmente dal papa. Questo
per non confonderci con la
seconda regola, stipulata
perchè col passare del tempo
la prima era diventata
insufficiente, la quale
venne accolta con
soddisfazione dal cardinale
protettore dell'Ordine,
Ugolino de' Conti, futuro
papa Gregorio IX e da tutti
i frati; venne approvata il
29 novembre 1223 da papa
Onorio III:
“ Il papa approvò la
regola e diede il permesso
di predicare la penitenza;
fece fare ai frati che
avevano accompagnato
Francesco delle chieriche
perché potessero predicare
la parola di Dio.” (Legenda
maior III, 10)
La regola ribadiva la
povertà, il lavoro manuale,
la predicazione e tante
altre particolarità che non
è questo il soggetto di
studio. Insomma, è su questo
momento narrativo che
Ghirlandaio pone
l’attenzione, ma con
soluzioni decisamente
particolari per l’epoca.
Ghirlandaio, sebbene in un
primo momento fosse
intenzionato a realizzare
una Conferma vicina a
quella operata dai suoi
predecessori come Giotto
nella Basilica ad Assisi
(considerazione confutata da
un disegno del
Kupferstichkabinett di
Berlino) finirà
nell’eseguire una doppia
rappresentazione in un luogo
senza tempo.
A rigor di logica la sede
più opportuna, oltre che
storica per la Conferma
sarebbe dovuta essere Roma,
invece ci troviamo a
Firenze. E ce ne accorgiamo
per due motivi:
l’ambientazione scenica e i
personaggi. Steinmann(1897)
l’ha definito come “la
rappresentazione grandiosa
di una cerimonia”.
Alla processione che parte
da una scalinata
partecipano Francesco e i
frati che si dirigono da
Papa Onorio III, osservati
dallo sguardo critico dei
clerici seduti.
Un’altra processione
parallela conduce ad un
gruppo di personaggi
capitanati da Lorenzo il
Magnifico; il gruppo sulla
destra è difatti composto da
Antonio Pucci, cognato di
Francesco Sassetti e
Gonfaloniere di Giustizia,
il già citato Lorenzo il
Magnifico, Francesco
Sassetti stesso e il figlio
Federigo.
Lorenzo tende la mano ad
Agnolo Poliziano, in testa
ai figli del Magnifico che
stanno salendo le scale
dietro di lui: Giuliano
futuro Duca di Nemours,
Piero il Fatuo e Giovanni
futuro Papa Leone X;
chiudono il corteo gli altri
educatori dei rampolli di
casa Medici, Luigi Pulci e
Matteo Franco. Il Sassetti
invece con un gesto della
mano (che ricorda quello
della Vergine nella
Trinità di Masaccio)
indica i suoi figli,
dall'altra parte della scala
a sinistra, Galeazzo,
Teodoro e Cosimo.Questa
identificazione dei
personaggi in primo piano è
opera di Warburg (1932).
I personaggi non sono divisi
in due gruppi come
nell’affresco di Giotto ad
Assisi ma sono armonicamente
ordinati nello spazio
attorno e sulle scale. Hanno
espressioni intense. Vi è
una gerarchia di classi
sociali all’interno della
scena. Sono presenti figure
dell’alta aristocrazia,
ecclesiastici e i frati.
Singolare il contrasto tra i
panni ruvidi che rivestono i
frati con quelli raffinati
del Papa e dei prelati.
La gerarchia può essere
letta anche in base all’età
e al ruolo che i personaggi
rappresentano nella vita
reale. Difatti potremmo dire
che sono presenti padri e
figli. In senso stretto
perché abbiamo Lorenzo il
Magnifico e Sassetti da una
parte, con i rispettivi
figli dall’altra, e in senso
più generale con la
corrispondenza del
padre-Papa e l’ordine-figli.
L’ordine di questi
personaggi sarà talmente
innovativo che avrà riflessi
anche nei successori come
nella Messa di Bolsena
di Raffaello.
Messa di
Bolsena,
Raffaello Sanzio, 1512,
Città del Vaticano, Musei
Vaticani
Quale miglior modo dunque,
per raffigurare la culla del
Rinascimento? Qual miglior
modo per immortalare i più
illustri fiorentini del
tempo, la grande opera di
mecenatismo di Lorenzo e una
dichiarate riconciliazione
con il papato?
La realistica
rappresentazione della
società fiorentina del
Quattrocento, in particolar
modo l’interesse ai
particolari, è derivato
dalla profonda conoscenza
dell’arte fiamminga
soprattutto di Hugo Van der
Goes, famoso per il
Trittico Portinari
(Firenze, Uffizzi, 1477).
Insomma, si tratta di un
ricordo vivo della vita
agiata, elegante e raffinata
del tempo.
Oltre a questo c’è un fatto
anche di legame personale:
in diverse circostanze
abbiamo la sincera
testimonianza della
devozione di Sassetti a
Lorenzo:
“…ci impegnerei la vita e i
figliuoli et ciò che io ho
in questo mondo…”
L’evento, come nel
Miracolo del fanciullo
risuscitato si svolge
all’aperto. A Firenze.
La scelta di ambientare la
scena a Firenze denota
l'importanza data alla
città, che nei circoli
umanisti veniva considerata
come la Nuova Roma.
In questa luce possiamo così
leggere alcuni degli
avvenimenti raffigurati nel
ciclo degli affreschi: la
regola francescana e il
miracolo del bambino hanno
luogo proprio a Firenze.
La grande scena urbana che
costituisce l’impalcatura di
tutto l’affresco, si svolge
in una sala a più navate,
divise da pilastri,
impostazione che denota una
profonda conoscenza della
prospettiva e degli studi
(otre che degli esperimenti)
operati da Brunelleschi.
L’occhio dello spettatore ha
come centro focale la Loggia
della Signoria (ovviamente
ancora priva di statue),
animata da irriconoscibili
personaggi del tempo. È
possibile che Ghirlandaio
abbia scelto proprio la
Loggia perché simbolo
urbanistico che aveva la
secolare funzione di
tribunale o di ritrovo per
assemblee cittadine, proprio
come nell’antica Roma, il
cui ruolo era fortemente
imitato e ambito dal
capoluogo toscano.
Ai
lati della Loggia è
facilmente riconoscibile da
una parte Piazza della
Signoria e dall’altra
Palazzo Vecchio, dietro al
quale si scorge la chiesa di
San Pier Scheraggio
(particolare a fianco), oggi
a noi non pervenuta dal
momento che è stata
distrutta per fare spazio
agli Uffizi.
Ed è così, davanti alla
Loggia e all’interno di
Santa Maria in Fiore, che si
svolge l’udienza di
Francesco davanti a Onorio
III.
Ci sono tre piani della
scena, ed è questa la grande
novità formale: la scalinata
verso il basso, con alcune
teste che emergono, la
chiesa con la scena
principale e lo sfondo. Per
seguire questo arguto
movimento di scena lo
spettatore era abituato a
trovare degli indizi
all’interno dell’opera, e
uno dei clerici seduti che
indica il Papa è forse la
nostra guida.
Riporto in ultimo, l’intera
descrizione dell’opera da
parte del Vasari.
“In un'altra fece
quando San Francesco,
presente il vicario, rifiuta
la eredità a Pietro
Bernardone suo padre, e
piglia l'abito di sacco
cignendosi con la corda. E
nella faccia del mezzo
quando egli va a Roma a Papa
Onorio e fa confermar la
regola sua, presentando di
gennaio le rose a quel
pontefice. Nella quale
storia finse la sala del
Concistoro co' cardinali che
sedevano intorno, e certe
scalee che salivano in
quella; accennando certe
mezze figure ritratte di
naturale, accomodandovi
ordini di appoggiatoi per la
salita. E fra quegli
ritrasse il Magnifico
Lorenzo Vecchio de' Medici.”
Particolari:
Francesco Sassetti accanto a
Lorenzo de' Medici,
Particolare.
NOTE:
[1]
Quella del
gonfaloniere (o
confaloniere) era
una carica dei
comuni medievali e
del Rinascimento in
Italia.
Il
gonfaloniere era uno
dei nove cittadini,
che formavano il
governo della
Signoria di Firenze.
In particolar modo,
il Confaloniere di
Giustizia aveva il
compito di gestire
la giustizia ed era
custode della
bandiera della
città.