La cappella Sassetti, Chiesa di Santa Trinita, Firenze, Realizzato da  Francesca Capochiani e Michele Bufalino


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   FARSI RITRARRE NEL QUATTROCENTO

 

                            

 

 

 

 

 

 

 

 

Per una famiglia altolocata del Quattrocento possedere una cappella privata era un fatto del tutto normale. Oltre ad essere un periodo estremamente fervido a livello culturale, una grande preoccupazione che premeva al cittadino benestante del tempo, era quella di provvedere e pensare alla morte, soprattutto alla necessità di realizzare opere che celebrassero la grandezza divina per scontare dei peccati commessi durante la vita e celebrare il nome della propria famiglia.

Il committente e destinatario della cappella in questione, come abbiamo ampliamente descritto precedentemente, era Francesco Sassetti, e ovviamente anche sua moglie Nera Corsi.

Ovviamente perché non si tratta di una cappella esclusivamente adibita alla celebrazione della loro casata bensì doveva conservare anche il loro sepolcro, magistralmente eseguito da  Giuliano da Sangallo.

I ritratti operati da Ghirlandaio vedono protagonisti Francesco e Nera Sassetti, inginocchiati entro nicchie che allusivamente scavano il muro della cappella ai lati dell’altare.

Essi si trovano ai due lati della pala d’altare, dipinti a fresco, rappresentati in perpetua adorazione entro ambienti ornati di marmi fittizzi convergenti. Come gli spazi laterali per lo spettatore sono messi in rapporto con il quadro sull’altare, i profili dei committenti sono rivolti verso la pala; si ottiene così l’effetto di un trittico formato da dipinti di tecnica diversa.

La posizione antitetica della coppia presso l’altare ricorda l’Altare Portinari di Hugo van der Goes.

                   

Tomba di Nera Sassetti, Santa Trinita, Firenze e Tomba di Francesco Sassetti, particolare.  

Con l’umanesimo il ritratto non viene più relegato, come durante tutto il Medioevo, entro composizioni di carattere religioso, bensì torna ad avere una sua autonomia. Anche in questo caso, sebbene non si tratti di una raffigurazione pari ad altri celebri ritratti del tempo come il ritratto di Leonello d’Este di Pisanello o quello dei duchi di Urbino di Piero della Francesca, Ghirlandaio ha come intento quello di porre l’uomo al centro del mondo. Il concetto del homo faber fortunae sue è stato il fulcro della filosofia umanistica, pertanto non bisogna stupirsi se accanto a fortunate iconografie di “uomini illustri” troviamo anche membri di ceto “borghese”, di mercanti, umanisti, uomini di legge, medici etc.

I due ritratti in primo piano di Ghirlandaio, non sono né gli unici realizzati dall’artista nel corso della sua vita (ricordiamo quello della Giovanna Tornabuoni[1]) né gli unici nella cappella (Lorenzo il Magnifico e Poliziano nella Conferma della regola) ma sicuramente sono uno dei tanti esempi di minuziosa attenzione dell’artista per questo genere stilistico.

L’attenzione di Ghirlandaio è ben visibile nelle pieghe degli abiti e l’utilizzo del colore dei tessuti è identico a quello di Masaccio per i committenti della Trinità. La parte più interessante resta tuttavia la raffigurazione dei volti.

Essi sembrano preannunciare l’imminente rivoluzione della ritrattistica del Cinquecento, quando  il ritratto non sarà più solo la rappresentazione esteriore del modello ma immagine dei moti d’animo.


NOTE:

[1] In questo quadro è presente una dichiarazione esplicita del canone di bellezza. Si veda la scritta in latino “ars utinam mores et animunque...” ovvero  “volesse il cielo che l’arte dovesse ricostruire i sentimenti dell’animo interni e potesse fare un quadro bello quanto era il ritratto interno”.


 

 


 

 


  Le schede
 
· Scheda 1 - La rinuncia ai beni terreni
· Scheda 2 - Il miracolo delle stigmate
· Scheda 3 - La conferma della regola da parte di Onorio III
· Scheda 4 - Il miracolo del fanciullo risuscitato
· Scheda 5 - La prova del fuoco
· Scheda 6 - Le esequie di San Francesco
· Scheda 7a e 7b: Il soprarco
· Scheda 8: La volta
· Scheda 9: La pala d'altare
 
 

  Ringraziamenti
 
· Ringraziamenti
 

  Citazioni
 
· Bibliografia/Sitografia
 

 
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